domenica 4 marzo 2012

Teverola

























Passando l'ho visto; aveva le zampe all'aria e il collo rotto; ho pensato che in quella posizione avrebbe potuto guardarsi la coda e il buco del culo. L'avevano ridotto male, gli avevano spezzato la vita sul ciglio della strada a meno di trecento metri dalla rampa per la superstrada, con il cuore appena fuori dal fosso.
Dopo la ferrovia due curve, dopo le curve un rettilineo di asfalto sgretolato dal sole e chiazzato dall'incuria. A destra e sinistra capannoni in attività, cantieri in costruzione e una miriade di luoghi pronti per annegare la nostra vita sotto la merda degli altri.
La facevo tutti i giorni quella strada, tutti i santi giorni per andare al lavoro. Dal lunedì al sabato, migliorando la traiettoria delle curve ceche e scansando il maggior numero di fossi. A volte ci arrivavo con in bocca il sapore dei sogni della notte appena trascorsa, con l'illusione che quelle immagini, quei suoni e quelle scene che di notte mi uscivano dalle cervella, m'avrebbero accompagnato indenne fino al lavoro e oltre la merda di quella realtà fatta di ottocento euro scarsi al mese.
Ad occhi chiusi, è così che si dice, a occhi chiusi e con le orecchie ben aperte. Il rumore in coppia dei motori, un sibilo accavallatosi sull'altro. Come l'aria dal finestrino, come il fischio stupido del treno. Uno scontro e la confusione dei miei settantallora con i centocinquanta di un bufalo di ferro e benzina, un bufalo con il cuore da settecentocinquanta centimetri cubici di cilindrata.
La domenica qua ci corrono le moto, si accordano sul cavalcavia, si guardano in faccia e lasciano i soldi in mano a qualcuno di fiducia. La domenica, quelli che per tutto il resto della settimana strizzano arance e mandarini nelle presse idrauliche per fare il concentrato di agrumi, la domenica stanno a casa, qualche volta portano i bambini nel piazzale della chiesa, qualcuno, la mattina non tanto presto, si fa allungare l'uccello da qualche troia ai piani. La domenica gli stessi che per il resto della settimana allineano file di mattoni o avvitano tubi, vomitando caffè e sigarette, la domenica provano a volare.
Dopo l'ultima curva il cane ammazzato, prima della rampa una moto nel mio motore e io ancora a pensare alla coda e al buco del culo.

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