Passando l'ho visto; aveva le zampe all'aria e il collo rotto; ho pensato che in quella
posizione avrebbe potuto guardarsi la coda e il buco del culo.
L'avevano ridotto male, gli avevano spezzato la vita sul ciglio della
strada a meno di trecento metri dalla rampa per la superstrada, con
il cuore appena fuori dal fosso.
Dopo la ferrovia due
curve, dopo le curve un rettilineo di asfalto sgretolato dal sole e
chiazzato dall'incuria. A destra e sinistra capannoni in attività,
cantieri in costruzione e una miriade di luoghi pronti per annegare
la nostra vita sotto la merda degli altri.
La facevo tutti i giorni
quella strada, tutti i santi giorni per andare al lavoro. Dal lunedì
al sabato, migliorando la traiettoria delle curve ceche e scansando
il maggior numero di fossi. A volte ci arrivavo con in bocca il
sapore dei sogni della notte appena trascorsa, con l'illusione che
quelle immagini, quei suoni e quelle scene che di notte mi uscivano
dalle cervella, m'avrebbero accompagnato indenne fino al lavoro e
oltre la merda di quella realtà fatta di ottocento euro scarsi al
mese.
Ad occhi chiusi, è così
che si dice, a occhi chiusi e con le orecchie ben aperte. Il rumore
in coppia dei motori, un sibilo accavallatosi sull'altro. Come l'aria
dal finestrino, come il fischio stupido del treno. Uno scontro e la
confusione dei miei settantallora con i centocinquanta di un bufalo
di ferro e benzina, un bufalo con il cuore da settecentocinquanta
centimetri cubici di cilindrata.
La domenica qua ci
corrono le moto, si accordano sul cavalcavia, si guardano in faccia e
lasciano i soldi in mano a qualcuno di fiducia. La domenica, quelli
che per tutto il resto della settimana strizzano arance e mandarini
nelle presse idrauliche per fare il concentrato di agrumi, la
domenica stanno a casa, qualche volta portano i bambini nel piazzale
della chiesa, qualcuno, la mattina non tanto presto, si fa allungare
l'uccello da qualche troia ai piani. La domenica gli stessi che per
il resto della settimana allineano file di mattoni o avvitano tubi,
vomitando caffè e sigarette, la domenica provano a volare.
Dopo l'ultima curva il
cane ammazzato, prima della rampa una moto nel mio motore e io ancora
a pensare alla coda e al buco del culo.
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